Nomentum

Da DecArch - Decorazione architettonica romana.
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E. MOSCETTI, Perduti o dimenticati. I reperti archeologici di Nomentum, Fonte Nuova 2007.

La pubblicazione elenca i diversi ritrovamenti di materiali archeologici provenienti da Mentana (antica Nomentum), in provincia di Roma, alcuni conservati in vari musei di Roma o nell'antiquarium della biblioteca comunale presso il palazzo Crescenzio, altri andati perduti. Alcuni di questi frammenti appartengono ad elementi di decorazione architettonica.

Di un certo interesse è una cornice proveniente da Vigna Santucci [1]. Si tratta di una cornice ionica con sima costituita da listello, kyma lesbio trilobato, gradino, kyma ionico e listello (forse è perduta un'altra modanatura superiore, per quanto è possibile vedere nella foto pubblicata) e con breve corona liscia dotata di un ampio peduncolo. Il soffitto liscio è di sporgenza ridotta e nella sottocornice seguono un listello, un anthemion su un'ampio cavetto, un astragalo a fusarole e perline con sottostante listello e una gola rovescia liscia. La cornice è datata in età repubblicana o augustea e certamente mostra una decorazione di tipo ellenistico.

La struttura della cornice, con il soffitto particolarmente ridotto, a cui segue inferiormente un ampio cavetto decorato, che assume in parte la medesima funzione del soffitto, si ritrova in esempi ellenistici di ambito microasiatico e orientale e elementi che richiamo il medesimo ambito sembrano presenti anche nel disegno delle modanature.

Il kyma lesbio trilobato presenta archetti a nastro sottile accentuatamente scanalati, a forma di semiarco inferioremente e con il lobo superiore ridotto ad un occhiello quasi circolare; l'elemento interno è rappresentato da un motivo a ventaglio con spigolo centrale che sembra collegato alla forma tipicamente asiatica dei nastri aggiuntivi interni all'archetto; tra gli archetti è un fiore a calice a due petali.

Il kyma ionico presenta ovuli allungati e appuntiti inferiormente, contenuti in sgusci sottili e separati da lancette: lo spazio tra la punta delle lancette e l'incurvatura inferiore dei nastri dello sguscio non sono approfonditi, secondo modalità anch'essere presenti in Asia Minore.

L'anthemion nella larghezza conservata del motivo presenta un alternanza di palmette chiuse, doppi e tripli calici a V di foglie lisce, tutti nascenti da un cespo d'acanto alla base, con le cime delle foglie rovesciate in fuori; dal cespo oltre i calici o le palmette, nascono steli secondari, rivestiti alla base da un caulicolo, che formano delle girali ridotte, intrecciandosi con lo stelo nascente dall'elemento contiguo, e terminano alternativamente con ciuffi di foglie o con rosette a quattro petali.

L'astragalo sottostante presenta perline ovali con le estremità appuntite, collegate ai trattini di risulta, alternate a coppie di fusarole a disco sottile.

Il disegno dell'anthemion si ritrova anche in un altro elemento, sempre proveniente da Vigna Santucci e conservato presso l'antiquarium della biblioteca comunale a palazzo Crescenzi: si tratta di uno zoccolo di cui si conserva un angolo[2]. A partire dall'alto le modanature consistono in un ampio cavetto, un astragalo a fusarole e perline, un'anthemion rovesciato su grande gola diritta rovesciata, listello, piccolo toro, bassa fascia liscia inferiore.

Rispetto a quello della cornice l' anthemion è molto più elegante e raffinato, con gli steli sottili che emergono dai calici che si incurvano e si intrecciano in modo più naturale; anche i lobi della pamette e le foglie d'acanto dei calici da cui nascono incurvano le cime in modo più articolato. Il frammento viene datato in età repubblicana o augustea.

Da Vigna Santucci, conservati sempre presso l'antiquarium della biblioteca comunale di Mentana, provengono inoltre altri frammenti (non di decorazione architettonica):

  • un frammento di lastra in marmo con iscrizione (si leggono le lettere AES)[3];
  • un frammento di basamento con raffigurazione su due lati di tori condotti al sacrificio[4];
  • un altro frammento di rilievo, con rappresentazione di toro destinato al sacrificio[5].

Un altro basamento con rilievo di toro condotto al sacrificio, indicato come proveniente da Vigna Santucci è conservato ai Musei Vaticani nel cortile del Belvedere [6]. Forse proviene ugualmente da Vigna Santucci un ara marmorea con iscrizione di Erulano Fedro, conservata nei Musei Vaticani (inventario 9373)[7]. Un ritratto di Gaio Cesare in marmo, proveniente sempre da Vigna Santucci si trovava a Villa Zeri a Mentana, ma è in seguito andato perduto[8].

Un altro elemento architettonico di interesse è un capitello corinzieggiante di lesena (indicato come "in porfido rosso", ma che dalla foto sembrerebbe essere in travertino), proveniente dalla località "Casali" di Mentana, di cui non si conosce l'attuale collocazione[9].

Note

  1. Pagina 21, n.32, dove viene identificata erroneamente come "base in travertino". La cornice era stata pubblicata in M. BEDELLO TATA, "Scavi e ricerche nei comuni di Mentana e S.Polo dei Cavalieri", in Quaderni di archeologia etrusco-italica, 6, 1984, 265-269.
  2. Pagina 20, n.31, indicato come "cornice in travertino" (ma la descrizione, evidentemente per un banale errore, è quella del blocco di cornice già citato) . Un altro frammento dello stesso zoccolo, con un altro angolo, è invece andato perduto: pagina 42, n.108, dove è indicato come "base in travertino". Sia l'elemento che il frammento dello zoccolo erano stati citati nella pubblicazione del ritrovamento, in BEDELLO TATA 1984, citato.
  3. MOSCETTI 2007, citato, 20, n.30; BEDELLO TATA 1984, citato, p.266, nota 5.
  4. Pagina 21, n.33, indicato come "ara in travertino con toro condotto al sacrificio" ; BEDELLO TATA 1984, citato.
  5. Pagina 21, n.34, indicato come "ara in travertino con giovenco da sacrificare" ; BEDELLO TATA 1984, citato.
  6. Pagina 21, n.35, indicato come "ara in travertino con giovenco condotto al sacrificio"; BEDELLO TATA 1984, citato, con bibliografia precedente (non appartiene al medesimo ritrovamento).
  7. Pagina 35, n.79.
  8. Pagina 41, n.102.
  9. Pagina 44, n.117, pubblicato precedentemente da C. PALA, Nomentum (Forma Italiae, regio I, 12), Roma 1976, fig.34