Introduzione

Da DecArch - Decorazione architettonica romana.
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Nelle aree archeologiche del mondo romano, nei magazzini, nei giardini dei musei, giacciono migliaia e migliaia di frammenti che una volta appartenevano alla decorazione degli edifici antichi. Studiarli e capirli significa accedere ad una massa enorme di dati, che possono accrescere le nostre conoscenze in molte direzioni.

L'evoluzione del gusto

Una strada della ricerca è quella che mira a ricostruire l'evoluzione delle "mode" decorative nel tempo, ma anche nello spazio. Le innovazioni che partono dai centri culturalmente più avanzati, spesso si trasformano a contatto con le tradizioni e i gusti locali, con grande varietà di esiti. Si tratta di riconoscere non solo i cambiamenti nella struttura tettonica degli elementi architettonici (capitelli, cornici, architravi, ecc.), ma anche le variazioni e le trasformazioni che subiscono i motivi decorativi canonici (la foglia d'acanto, i kymatia ionici e lesbii, ecc.), fino a non essere più compresi nella loro struttura organica e a divenire motivi decorativi privi di significato e coerenza, liberamente scomponibili e ricomponibili.

Un'ulteriore variante è introdotta dagli influssi esercitati da maestranze itineranti o fatte venire appositamente per progetti edilizi di particolare prestigio, per cui spesso l'evoluzione subisce, a seconda delle località, dei salti, o degli attardamenti che rendono difficoltoso collocare cronologicamente un manufatto.

La ricostruzione di una tale evoluzione non è naturalmente fine a se stessa, ma consente di seguire l'evoluzione del gusto nello spazio e nel tempo, in modo parallelo a quanto avviene nella scultura. L'uso enormemente diffuso degli stessi motivi decorativi, dalla decorazione architettonica dei grandi monumenti pubblici, a quella delle case più ricche, giù giù fino agli oggetti d'uso comune, consente inoltre di allargare una tale indagine anche ad altre classi sociali oltre quella dominante. Inoltre, aver chiara la successione cronologica delle trasformazioni nelle forme decorative all'interno di un preciso contesto locale, può consentire di arrivare a precisare la datazione di un edificio o di una sua fase per cui manchino altri dati oggettivi.

L'utilizzo del marmo

Un discorso a parte merita l'utilizzo delle varie qualità di marmi bianchi e colorati, in alternativa alla pietra locale. Lo studio della diffusione dei prodotti delle cave imperiali, l'utilizzo di marmi rari o costosi - o di marmo in genere quando la lontananza dal mare o da vie di comunicazione navigabili rende più incisivi i costi di trasporto - contribuisce a definire, in modo analogo alla ceramica, il quadro economico e commerciale di un particolare contesto.

La costruzione

Nello studio di uno specifico edificio antico, risulta evidente l'importanza di esaminare i frammenti di cui era costituito: quindi, insieme ai resti murari, debbono essere presi in considerazione anche gli elementi costitutivi degli ordini architettonici e dei rivestimenti delle pareti. Esaminare la forma dei blocchi e le facce non decorate, consente di ricostruire, attraverso le tracce di lavorazione e i fori per perni e grappe, il modo in cui essi si accostavano l'uno all'altro e dunque l'articolazione degli ordini architettonici liberi o applicati. Infatti, anche quando questi non appartengono direttamente alla struttura portante dell'edificio, ne definivano tuttavia l'aspetto, cosí come poteva essere percepito dagli antichi frequentatori.

Il significato della decorazione

Spesso, inoltre, la decorazione è portatrice di un significato ideologico. Questo appare più evidente nel caso dei fregi figurati, che, insieme ai rilievi, alle sculture, alle iscrizioni, compongono nella loro collocazione all'interno di un edificio o di un complesso monumentale, un vero e proprio "discorso", fatto di elementi simbolici, di cui va ricostruito il significato, carico del messaggio propagandistico del committente. Anche la semplice e talvolta "inconsapevole" scelta di una "moda" decorativa piuttosto che di un'altra, ci permette di indagare comunque la mentalità, la cultura e i gusti del committente e la sua posizione all'interno della società in cui viveva.

Il reimpiego

Ancora un discorso a parte merita il riutilizzo di "pezzi" più antichi, spesso determinato da una precisa scelta di sottolineare la continuità con il passato, e non solo dalla necessità di risparmiare materiali e lavorazioni.

Bibliografia sull'argomento

  • S. DE MARIA, "Recenzione a M.P.Rossignani, La decorazione architettonica romana in Parma, Roma 1975", in Rivista storica dell'antichità, 9, 1979, 173-179: nella recensione si affronta il tema del significato degli studi sulla decorazione architettonica. Questi non devono pensarsi concepiti solo per definire un "gusto decorativo", avulso dal contesto storico, ma hanno invece vaste implicazionii: nell'articolo se ne sottolinea in primo luogo l'importanza per la ricostruzione della storia edilizia, soprattutto per i centri dove l'evidenza monumentale è stata cancellata dalla continuità di vita. La circolazione del materiale lapideo è inoltre un fondamentale aspetto, in quanto concretamente verificabile, del traffico commerciale del mondo romano. Esiste una circolazione delle forme decorative e della sintassi degli elementi (mediante prodotti finiti o semilavorati, oppure mediante "Skizzenbüchen"), il cui studio permette la ricostruzione di una vasta rete di rapporti, non solo formali, e di programmi edilizi, nei quali si sostanzia la cultura architettonica.
  • A CARANDINI, Storie dalla terra. Manuale di scavo archeologico, Torino 1991, p.20: Ogni ottica consiste infatti nel privilegiare un aspetto rispetto a un altro e solo l'occhio di Dio sa vedere ogni cosa senza limite. Per questa ragione è rispettabile anche considerare un monumento dal solo punto di vista della sua decorazione architettonica. Mosaici, pitture, capitelli, architravi e stucchi hanno le loro tipologie, la loro storia interna, che è essenziale per intendere la mentalità dei costruttori di quegli edifici.